miércoles, 11 de febrero de 2009

Con tu permiso:

Hoy, buceando por ahí, he encontrado un nuevo blog que me ha sorprendido. Aunque es reciente y aún no tiene muchas entradas, promete bastante y por lo tanto, creo que lo pondré en la lista de blogs que sigo.
Dicho esto y con el permiso de Sabino Manzo, quisiera tomar prestado un fragmento de la entrada de ayer, 10 de febrero titulada
"Qualcosa di Geniale":

«
È una cosa che ci incute insieme rispetto e commozione, il vedere un simile genio seduto in mezzo ai suoi scolari, spiegare con tanta pazienza il modo di suonare il basso figurato, le regole elementari dell'armonia, o il miglior uso delle dita sul clavicembalo. Noi osserviamo con meraviglia su di lui i risultati del suo stesso metodo, e come in lui si fondessero la più preziosa teoria e la più perfetta esecuzione. E quelle volte in cui spesso si fermava nel bel mezzo dell'insegnamento, buttava da un lato i libri e i metodi, e sedendosi al clavicembalo o all' organo, ci lasciava scorgere i voli del suo genio nell'improvvisazione! Gran Dio, quelle erano ore per le quali val la pena di vivere. Che musica! Avrei voluto rimaner desto tutta la notte (e voi sapete quanta fatica mi costi) per richiamarla alla mia memoria. Sentivo in me un impeto di gioia e un impulso di pianto. Quelle sono ore che nessuno di noi, fino a che non sia fredda salma nella tomba, potrà mai dimenticare ».
(Enrico Gerber, allievo di J. S. Bach)

Cuando quiero pensar en un momento feliz, suelo recordar mis paseos por el bosque un día lluvioso de otoño, acompañada de mi perra Yany, buscando setas para hacer un revuelto. Esos días los conservo en mi mente como unos los momentos más felices de mi vida: La paz que se respira en el bosque, los olores, los colores, el sonido de la lluvia golpeando las hojas de los árboles, la tamuja blanda y húmeda bajo mis pies...

Ahora a mis lista de pensamientos felices debo añadir los ensayos que viví la semana pasada en Milán con el Maestro Berrini y decir:

"Gran Dio, quelle erano ore per le quali val la pena di vivere. Che musica! Avrei voluto rimaner desto tutta la notte (e voi sapete quanta fatica mi costi) per richiamarla alla mia memoria. Sentivo in me un impeto di gioia e un impulso di pianto. Quelle sono ore che nessuno di noi, fino a che non sia fredda salma nella tomba, potrà mai dimenticare ».

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